La nota Cioccolato in Profumeria

Se non ci sono dubbi sul fatto che Pasqua e cioccolato vadano a braccetto, non è sempre stato così quando si parla di fragranze. L'anno scorso, nel nostro editoriale di Pasqua, abbiamo esplorato le origini della famiglia gourmand in Profumeria. Quest'anno restringeremo la nostra attenzione alla nota di cioccolato in sè che, sorprendentemente, è ben lungi dall'essere semplice da riprodurre.


Si può dire che esistono estrazioni di fave di cacao. Assolute, alcolati ed estrazioni in CO2 condividono il monopolio delle materie prime naturali del cioccolato, tranne per il fatto che non si avvicinano affatto all'odore familiare di una golosa tavoletta appena scartata, al soufflé che lievita in forno o a una tazza di cioccolata calda da gustare come fa un bambino prima di andare a scuola. L’Assoluta di Cacao infatti possiede un profilo denso, profondo, balsamico, spesso così animalico da poter essere facilmente scambiato per Castoreum invecchiato. Dunque ben lontano dalla tazza di cioccolato Nestlé della domenica mattina.

Paradossalmente, se gli alcoolati e le estrazioni in CO2 si avvicinano all'odore leggermente tostato e gourmand di una bevanda appena versata, spesso sono troppo costosi o smorzati per essere utilizzati per riprodurre la nota cioccolato in un profumo. Al massimo possono donare sfaccettature ad accordi esistenti e conferire loro più consistenza e naturalezza.

Quindi come si ottiene la nota cioccolato? Il cioccolato è prima di tutto una meraviglia olfattiva, la sua tostatura aumenta di dieci volte il numero di molecole odorose già presenti nel chicco. Se dovessimo attenerci alla definizione di Jean-Claude Ellena, il “Signore della scrittura minimalista”, il cioccolato potrebbe essere riassunto come una combinazione di Isobutil Fenilacetato - una molecola profumata di petali cerosi, leggermente muschiata e con contro-note di miele e cacao - e Vanillina. L'abbinamento è volutamente semplicistico in quanto è solo una cornice da arricchire a seconda che si voglia ottenere cioccolato dolce o amaro, bianco o al latte, caldo o leggermente burroso.

Per accentuare questa nota lattiginosa e avvicinarsi all'odore di barrette di cioccolato e crema pasticcera, i profumieri possono vestire il loro accordo con molecole come Lattone, Butyl Butyryl Lactate o Methyl Laitone che contribuiscono ad aumentare la cremosità del cioccolato e a esaltarne la rotondità.

Per quanto riguarda il volume e la dipendenza vengono impiegate le Pirazine: composti aromatici dai superpoteri olfattivi che si trovano naturalmente in prodotti caramellati o tostati come pane, nocciole, popcorn o... come avete intuito, cioccolato.

Al giorno d'oggi è più appropriato utilizzare il Chocovan, creato da Givaudan, il cui odore evoca inevitabilmente il profumo irresistibile delle bevande al cacao di tutto il mondo. Oltre ad essere estremamente potente, il Chocovan è anche particolarmente pratico, risparmiando al profumiere la necessità di ricorrere a combinazioni complesse.

Il Chocovan, mescolato con altri ingredienti, conferisce a 1969 la sua nota irresistibile di cioccolato, facendo desiderare di scegliere, piuttosto che consumare con la bocca, i piaceri della carne così giustamente associati alla rivoluzione sessuale degli Anni ’60 e all'eterno rinnovamento dell'estate dell'amore.

1969, Histoires de Parfums

Altri grandi profumi hanno messo in primo piano il cioccolato: pensiamo ovviamente ad Angel di Thierry Mugler, overdose di Etilmaltolo e Patchouli che evoca un cioccolato denso e caramellato, ma anche all'Eau de Charlotte di Annick Goutal, dove la nota golosa appare più discreta e dona una densità extra al cuore fruttato. Infine ricordiamo Iris Ganache di Guerlain, che ha sostituito il cioccolato fondente con quello bianco, cremoso e dolce.


Tutto sommato, in merito a dolcezza, ce n'è per tutti i gusti...

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