Quattro aspetti del Maschile

Quest'autunno, con l'affievolirsi della luce, abbiamo deciso di puntare i riflettori sulla nostra storica collezione dedicata ai Personaggi, a partire da quelli maschili. Lanciata nel 2000, la linea Histoires de Parfums fece il suo debutto trascrivendo in fragranze la ricchezza letteraria delle opere di alcuni degli autori più cari a Gérald Ghislain, tra cui Jules Verne, Giacomo Casanova, il Marchese de Sade ed Ernest Hemingway.

1725 - Casanova

1725 - Histoires de Parfums

È comune confondere il Casanova della vita reale con il leggendario Don Giovanni, poiché entrambi ebbero una reputazione, vera o presunta, di essere stati dei rubacuori. Tuttavia, ciò sarebbe riduttivo e significherebbe fraintendere la sensibilità che traspare invece dalle pagine delle sue Memorie.

Figura iconoclasta in una Venezia sull'orlo del declino, Casanova fu una spia, un musicista e un mago, che lasciò traccia delle sue gesta in tutta l'Europa dei Lumi.

Avventuriero implacabile, amico dei personaggi più controversi della propria epoca e capace di fuggire dalle carceri di Venezia grazie all'intervento di un prete, anch'esso prigioniero, Casanova rimase comunque un eterno romantico. 

Lo dimostrano le parole d’amore rivolte a tutte le donne che conosceva, il fascino che esercitavano su di lui e le impressioni che gli lasciavano, così intense che, dopo una vita di fuga e di esilio, sentì l’esigenza di annotarle in una lunga opera.

È questo romanticismo sfrenato l’asse del nostro 1725.

Costruita come una fragranza fougère, la sua struttura si abbina a una mascolinità dandy, attenta e ordinata, sostituendone tuttavia la freschezza pulita grazie ad un accordo erbaceo con sentori di mandorla.

Fava Tonka, Vaniglia e Mandorla tessono il filo di una delicatezza carnale, calda senza essere rovente, confortante ma non eccessivamente sdolcinata grazie all'aggiunta di un cuore di Liquirizia amara, che conferisce a questa base una sfumatura leggermente cuoiata e profonda su un fondo di Tabacco bianco.

Un’immagine – due amanti nudi addormentati in un campo, l’erba piegata, sotto la luce di un sole primaverile.

 

1740

1740 - Histoires de Parfums

Tra tutti gli autori francesi, Il Marchese de Sade è certamente uno dei più divisivi. Le sue opere, la cui pubblicazione fu vietata per lungo tempo, occupano un posto particolare nella storia della letteratura europea.

Sulfureo, molto più di Casanova, il marchese de Sade divenne noto per le sue serate audaci e per le opere libidinose che scrisse in carcere, dove i suoi impulsi anarchici si esprimevano in scenari di perversione spinti al limite.

Geniale per alcuni, un degenerato per altri, il Marchese rivela comunque nei suoi testi una certa sagacia tinta di umorismo, per quanto folle, che rappresenta l’ambivalenza dei nobili del Grand Siècle, i cui abiti di seta e belletti nascondevano menti stupefacenti.

1740 è l'espressione del paradosso di una bestialità di velluto. Riprendendo un certo gusto animalesco tipico del XVIII secolo, presenta un accordo di Cuoio di Russia che si svela attraverso sentori affumicati di Betulla, note di Cumino e una discreta sfumatura floreale che veste con eleganza un accordo liquoroso di Prugna e Davana, che evoca una bevanda alcolica da gustare una volta che è scesa la notte.

In una tensione che sale fino a un parossismo di soavità, sofisticati balsami d’ambra si incontrano con gli effluvi corporei restituiti da un cuore di Elicriso e Tabacco, come seta che ne avvolge i cuori in sospiri e sudore.

Un'immagine – La fine di un banchetto a Versailles, bicchieri di liquore all'arancia versati sul pavimento cerato, di corpi intrecciati in alcove riparati dall’oscurità di ombre e tende tirate.

 

1828 - Jules Verne

1828 - Histoires de Parfums

Sarebbe oggi superfluo descrivere l'opera di Jules Verne come “fantastica”. Mai prima di allora la scienza e il racconto epico erano state così intimamente legati.
Ispirato dalle grandi scoperte del XIX secolo e dal ritmo incalzante della rivoluzione industriale, Jules Verne ha unito la meraviglia del viaggio a quella che nasce dallo scoprire gli ingranaggi del mondo.

Conducendo i suoi personaggi attraverso un viaggio intorno al mondo in 80 giorni, in un'immersione a Ventimila leghe sotto i mari o in un Viaggio al centro della Terra, Verne diede vita alla fascinazione nei confronti della tecnologia, della meccanica e per le scienze naturali che avrebbe gettato le basi della moderna fantascienza.

In questo senso, il 1828 è una chiamata all’evasione. Anch’essa è una fragranza fougère, in una versione salata, legnosa e più audace di 1725, che parla di grandi orizzonti, di fughe selvagge, di esplorazione in spazi sconosciuti ai cartografi.

Una ventata di freschezza agrumata, una brezza marina resa vibrante dal profumo dei pini marittimi e dell'Eucalipto che evoca le coste Australiane, scaldato dalle note di Noce Moscata e pepe, la cui vibrazione virile sottolinea quelle di Pompelmo e Limone.

Terminata la suggestione iniziale dei sentori ozonici, 1828 ricorda la serenità di un ponte di legno chiaro. Note di Cedro dell'Atlante che rievocano sia il legno che la pelle graffiata dal sole, sprazzi di Incenso delle coste d’Arabia, l'ancoraggio terroso del Vetiver delle Isole Bourbon, il calore del Patchouli d'Indonesia, tutto questo disegna l'itinerario di una vera e propria esplorazione olfattiva.

Un'immagine - Il ponte superiore di una nave, i suoi legni chiari che emanano un profumo caldo, le coste del Mediterraneo a vista, il blu infinito dell'oceano già tinto di profumi stranieri.

 

1899 - Ernest Hemingway

1899 - Histoires de Parfums

Il più francese degli scrittori americani, Hemingway è uno dei pochi ad essere ugualmente amato su entrambe le sponde dell'Atlantico. Parigino incallito, al punto da dare il suo nome al bar del Ritz, Hemingway era noto anche per la sua passione per il bere.

Grande amante di rum, gin e champagne, ha persino inventato il Papa Doble, sostituendo la dose di zucchero con... una doppia dose di rum! Degno erede dei poeti amanti dell’oppio che resero famoso il Romanticismo francese, Hemingway è ricordato per rappresentare l'incarnazione dell’epicureismo tipico degli intellettuali della Rive Droite che è l'antitesi dell'esistenzialismo dei pensatori di Saint-Germain.

1899 emerge così come un profumo legnoso caldo, libero dalla consueta pesantezza dell’Ambra senza perderne i sentori. Le Bacche di Ginepro e il Bergamotto rievocano gli aromi del gin e delle bollicine dei bicchieri di champagne che Hemingway sfoggiava in ogni intervista, per lasciare spazio a un cuore morbido di Iris, scaldato da una voluttuosa nota di Arancio amaro, in stile Papa Doble.

Vaniglia e Cannella sostengono un cuore di rum invecchiato esaltato da una nota di Vetiver che si avvicina al sentore di un whisky torbato, donando a 1899 una sfumatura setosa di tabacco; una fragranza dall’affascinante e irresistibile sapiosessualità.

Un'immagine - Hemingway che esce dal Ritz dopo mezzanotte, Place Vendôme coperta di un silenzio color indaco, il suo cappotto di lana e cachemire che esala aromi di liquori ambrati, cuoio e sigari alla vaniglia.

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